con Cecila Blanco, Maddalena Fragnito, Micol Roubini, Valerio Sirna | Modera Ilenia Caleo
Esiste un aspetto residuale, alieno, non assimilabile della materia. Una qualità resistente, marginale, impermeabile, che resta lì, a testimoniare una radicale estraneità. È evidente nelle zone d’ombra e nelle terre tossiche, o dove qualcosa resta espulso, estraneo: i corpi fuori.
Materie oscure ci sussurrano storie oscure, di microdimensioni, parassiti, sostanze invisibili. Di paure e di tremori. Continuiamo a seguire la traccia che arriva dai neomaterialismi femministi: ripensare la materialità come dimensione agente, generativa, attiva. Ma mettendo le mani nella materia e impastando, lasciamo la porta aperta al fuori controllo, all’oscuro, all’impenetrabilità, all’altra piega. Frugare tra gli scarti, tra i rifiuti, che non rispondono ai nostri ordini e ci consentono di mappare nuovi conflitti e possibili alleanze e insubordinazioni.
Della dimensione politica e attiva della materialità, indaghiamo le materie oscure, gli scarti, i residui mettendo a fuoco, come abbiamo imparato dal pensiero decoloniale, le necropolitiche: i corpi fuori di noi – sostanze tossiche, rifiuti, contaminazioni, i sotterranei di una città, tecnologie riproduttive, Buche, amianto, diossina – incrociando diversi saperi tra teorie, arti visive, performance.