Aurore

per la voce di Maria Zambrano

di Daniela Cascella

Aurora ora. Aurora ancora. Aurora rosa.

Da qualche tempo ho aurora. Da qualche tempo ho aurora ora, aurora ancora. Da qualche tempo noi (io, te, e ancora te, un’altra, e con noi Maria Zambrano, che ha scritto un libro di aurora) ci siamo parlate emergendo ciclicamente dalle notti, esitando prima della luce piena, rincorrendoci e mai incontrandoci se non nelle nostre parole e in ciò che le muove e ci commuove, nel bagliore diffuso oltre un gran cerchio d’ombra che non può mai dimenticare o scindere da sé l’oscurità dell’esilio, del patire, ma che si orienta verso ciò che emerge da qualche tempo aurora. 
Ti dico aurora per la sua presenza ciclica e cadenzata appena al di sotto del tempo, sorreggendo un tempo che è estasi, stasi, incanto. Ti dico aurora perché risuona con tanti residui di testi vissuti qui da anni, i loro battiti dentro. Non può esserci aurora, la sua luce soffusa, senza qualcosa d’impresso nel profondo. Nessuna bellezza, nessuna poesia senza le viscere, mi hai detto una volta. Ho qui il tuo libro dell’aurora. 
Non posso estrarne citazioni, non posso tradurlo perché mi brucia in mano, dunque può esistere solo nelle voci che trasporta e si porta dentro, tanto è vicino al cuore, e allora cos’è che sto trasmettendo?

26 Settembre


h 19.30 — Nolo 91, Bunker (Viale Monza 91)
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