Sara Giannini
Sara Giannini è curatrice, educatrice e scrittrice. Si è laureata in Semiotica all’Università di Bologna. Ha lavorato come curatrice e ricercatrice allo ZKM di Karlsruhe, all’interno del programma Global Art and the Museum (2010–2013), ed è stata direttrice del collettivo nomade di ricerca OuUnPo (2012–2015). Tra i suoi progetti indipendenti si ricordano VOLUME (Beirut, 2013–2014), dedicato alle biblioteche pubbliche come luoghi di attivazione artistica e comunitaria, Unfold (dal 2015), piattaforma di archiviazione e pubblicazione online, e Heterotropics (dal 2016), che indaga le eredità coloniali nei paesaggi urbani e culturali.
Ha collaborato con diverse istituzioni internazionali: al Van Abbemuseum di Eindhoven (2016–2017) ha condotto una ricerca sull’archivio di René Daniëls, con particolare attenzione al tema dell’afasia, mentre al CCS Bard di New York (2018) ha sviluppato il concetto di “estasi curatoriale” legato a metodologie performative. Dal 2019 è program curator presso If I Can’t Dance, I Don’t Want to Be Part of Your Revolution (Amsterdam). Svolge attività didattica e di tutoraggio in diversi contesti accademici e post-accademici, tra cui il Dutch Art Institute, la SNDO, la KABK e il Sandberg Instituut.
Tra le sue pubblicazioni figurano Whispering Catastrophe. On the Language of Men Loving Men in Japan (con Jacopo Miliani, 2018) e Maquillage as Meditation: Carmelo and the Undead (2021), realizzato con If I Can’t Dance. Negli ultimi anni ha sviluppato una ricerca sulle “performance invisibili”, legate al lavoro di cura e alle pratiche relazionali quotidiane, come strumenti di riflessione e immaginazione istituzionale.
La sua attività si colloca nell’ambito delle pratiche performative e attraversa prospettive femministe, queer, decoloniali e di giustizia della disabilità, intrecciando curatela, ricerca, pedagogia e scrittura.