Flowerflexion

Quali sono i muscoli di un fiore?
Sono i muscoli che sorreggono il bocciolo?
La forza è nelle foglie, nei petali o nel pistillo?
Il progetto Flowerflexion rivolge l’attenzione ad alcuni stereotipi collegati alla figura del corpo umano come contenitore di forze e creatore di immagini.

Partendo dalla presenza scenica di un corpo maschile allenato l’idea è quella di lavorare sulla decostruzione di un corpo muscoloso che rimane come elemento figurativo e scultoreo, ma attraversa numerose trasformazioni grazie al movimento e alla danza. Il corpo attesta la sua presenza e si apre a diverse possibilità semantiche mettendo in questione l’idea di forza collegata al potere maschile. Il lavoro parte da una lettura dei codici del Body Bulding che sono emersi negli anni 50 e hanno trovato una forte attenzione durante gli anni 70-80-90 sia all’interno del dibattito sociale che nell’opera di autori/autrici come Sterling Ruby, Robert Mapplethorpe, Nan Goldin, Matthew Barney etc.

L’attenzione sociale e artistica per il bodybuilder sembra scemare negli anni 2000 in coincidenza dell’avvento di nuove tecnologie e nuovi sistemi linguistici che mettono in crisi la presenza del corpo e quindi anche della sua hyper-estensione prediligendo un corpo fluido, pur mantenendo la forza muscolare come canone di bellezza. Il corpo dei bodybuilder è comunque sempre stato oggetto di contemplazione o anche repulsione spesso staccandosi dalla seduzione e dalla sessualizzazione. Interessante è infatti vedere come l’hyper-estensione del corpo ha avuto il suo apice in un momento in cui la sessualizzazione dei corpi veniva messa in discussione dalla presenza del fenomeno dell’AIDS che ha riformulato i nostri codici comportamentali.

Attraverso un impatto visivo e un lavoro su un singol* performer sulla scena il progetto ricerca proprio nel tema dell’AIDS e dell’immaginario artistico a esso collegato una forte connessione tra azione performata e il pubblico.
Progetto di
Jacopo Miliani