Le classique c’est chic
Cosa succede se la riversiamo negli spazi della città? Se ne facciamo strumento per tutti i corpi possibili ed immaginabili?
L’idea è quella di muoverci dentro il paesaggio urbano mantenendo la struttura di una tipica lezione di danza classica, sbarra e centro, declinata però nell’arredo e negli spazi della città. Proveremo a ripensare la città stessa come a un enorme spazio di attraversamento per diagonali e manège.
Non sbarre ma muretti. Non punte ma scarpe comode.
La tecnica classica come strumento di comprensione del corpo, a disposizione di tutte e tutti, svincolato da criteri esclusivi di accessibilità.
Le classique c’est chic è una piattaforma progettuale che nasce con l’obiettivo di decolonizzare l’immaginario che riguarda la tecnica classica accademica, con la volontà di fornire a più persone possibili, strumenti di comprensione e di riappropriazione del proprio corpo.
Fin da piccola ho studiato danza classica nel mio paese natale, fino ad arrivare alla Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera, dove mi sono diplomata.
Ho lavorato poi nel corpo di ballo del Teatro dell’Opera, nel momento stesso in cui stavo scoprendo la danza contemporanea.
La grande distanza che ho sempre sentito rispetto al modus operandi tipico della formazione accademica prima e del corpo di ballo poi, mi ha portata a scegliere di dedicarmi alla danza contemporanea, fino ad arrivare al teatro di ricerca e alla performance.
La tecnica classica ha comunque continuato a rappresentare per me un punto di riferimento come training, che ho integrato nel tempo con le nuove scoperte che andavo via via incarnando.
Questo mi ha portato a svuotare la tecnica classica da tutto quel che ha a che fare con un’attitudine estetica fine a se stessa e a concentrarmi sulle relazioni che attiva all’interno del corpo e sulle dinamiche di spostamento del peso nello spazio. E soprattutto a ribaltare la relazione che propone rispetto al proprio corpo: da battaglia infinita per farlo aderire il più possibile ad un modello estetico, all’utilizzo di questa tecnica come strumento di comprensione del corpo e delle sue possibilità.
La classe è aperta a tutte e tutti coloro che hanno voglia di mettersi in gioco in un gesto collettivo di cura del proprio corpo e di riappropriazione dello spazio pubblico. Non è necessaria alcuna esperienza pregressa. Per l’outfit va bene tutto: tute, tutine, tutulette, basta che siate a vostro agio in movimento. Scarpe, le più morbide e comode che avete, considerando che saremo comunque sul cemento. N.B. saremo all’aperto per cui non avremo uno spogliatoio per cambiarci.
Anna Basti