Aurora

Giulia Crispiani

Aurora riaffiora dalle viscere della notte per riprendersi la città, tiene in mano una scure fatta di torpore Aurora, piena di erre sguaiate e mascelle serrate, Aurora ha tutto il magone di qualcuno che ha perso qualcosa per strada, o forse è alla strada che manca qualcosa, corpi che si muovono in un certo modo, senza temere la notte, Aurora si sente nel cuore un ardore se pensa che la proprietà è un furto che nega la vita alla città stessa, Aurora s’accora, sente che pesa il fiato quando si mette a contare le battaglie perse, una dietro l’altra, così serrate che sembrano una, sogna Aurora di tornare a ritroso dentro la notte per riprendersi tutto, deteriorare da dentro la stirpe che crede che sia tutto suo, pensa Aurora, si dice, volete città come aeroporti dove si spende ma non si resta, corpi ben vestiti ma vuoti e disciplinati, volete marciapiedi puliti e strade con un orario di chiusura, silenzio e decoro, disseminate paura sindacando sui corpi, ma da un'altra notte riaffiora Aurora per dire che un altro mondo possibile esiste, ci siamo già state e possiamo tornare, con l’albore riaffiora Aurora e con forza rivendica la piazza, piena di folla, arrabbiata riaffiora Aurora e reclama che c’è poco altro da dire, la città è solo di chi la vive. 

27 Settembre


h 18.00 — Parco Trotter, Padiglione Feltre (Via Giacosa 44/46, Via Padova 69)
poetry-reading itinerante